EZA

L’Unaie è sorta alla fine del 1966 con lo scopo di unire le associazioni regionali che si occupavano di emigrazione, dar loro voce nazionale e coordinarne l’attività sia in Italia che all’estero. Fin dalla nascita i rappresentanti della associazioni regionali vollero che accanto al Consiglio di Amministrazione si creassero dei gruppi di parlamentari amici dell’Unaie, uno per la Camera ed uno per il Senato. Successivamente uno anche per il Parlamento Europeo. Ad essi era affidato il compito di portare al Parlamento ed al Governo,attraverso gli strumenti legislativi,i temi ed i problemi dell’emigrazione. L’operatività dell’Unaie, come quella delle associazioni aderenti, non poteva limitarsi alla dimensione nazionale perché ogni associazione aveva articolazioni all’estero. La difesa degli interessi degli emigrati doveva coprire oltre l’ambito regionale, quello nazionale e quello estero. Nemmeno le organizzazioni sindacali erano allora in grado di curare la difesa degli interessi degli emigrati nei nuovi Paesi di residenza. Pochi erano gli accordi bilaterali sulla sicurezza sociale contrattati e sottoscritti dai Paesi di più consistente immigrazione di lavoratori italiani. La politica sociale della Cee ha tradottocon molta lentezza i principisu cui si fondano i diritti comunitari dei lavoratori. L’Unaie, a partire dagli anni settanta, ha esercitato attraverso il Parlamento Europeo una costante azione di proposta e di pressione per una politica sociale avanzata e per uno statuto comunitario dei diritti dei lavoratori migranti e le loro famiglie. Questa nuova condizione, europea in particolare, ha spinto l’Unaie ad operare a livello comunitario. Ha creato una presenza costante di proprie articolazioni all’estero nominando delegati nei diversi Paesi Europei. Ha ricercato collaborazioni e sinergie con altre associazioni ed enti che perseguivano scopi sociali analoghi ai propri. Fin dagli anni novanta ha trovato in EZA – Europäischen Zentrum für Arbeitnehmerfragen -(Centro europeo per le questioni dei lavoratori) un partner che poteva aiutare a mettersi in rete ed a dialogare con sindacati e patronati operanti nella comunità ed impegnati sulle tematiche che accompagnavano la crescita della Comunità. Dal canto suo ha portato in Eza un’attenzione particolare per i problemi sociali del mondo migrante e per il rispetto dei diritti dei lavoratori europei. Lo sviluppo della dimensione sociale della Comunità ha da sempre corso il pericolo di scarsa incisività o di centralizzazione e dirigismo. Questo pericolo ha trovato parziale correzione nel coinvolgimenti della forze sociali: istituzioni, imprenditori, associazionismo e sindacati, come attori della coesione e del dialogo sociale. Solo attraverso la partecipazione ai processi in cui si studiano e si elaborano i progetti e le risposte alle istanze,si può incidere sulle legislazioni in fieri ed esercitare il controllo sull’operato delle istituzioni e degli operatori sociali. Dalla coscienza di saper e di poter esercitare questo ruolo, nascono le linee portanti del programma Eza: approfondire e proporre. E l’Unaie ha da sempre cercato di seguire queste indicazioni per non cedere ad improvvisazioni o ritenere di poter operare da sola. Eza è per l’Unaie l’estensione fisiologica della sua dimensione.