Da Cambridge agli Stati Uniti, passando per la Svizzera e Roma. Un mappamondo concentrato nella sala teatro di Rasai (Seren del Grappa) per il Premio internazionale “Bellunesi che onorano la provincia in Italia e nel mondo”, organizzato da Provincia, Abm e Rotary Club. Una “festa dell’orgoglio delle radici”, come è stata definita, e un riconoscimento al lavoro silenzioso di tanti migranti che, con la valigia in mano, hanno lasciato il Bellunese per costruire un futuro e portare benessere alla terra d’origine.
«Per anni i nostri compaesani sono emigrati dal Bellunese per cercare fortuna altrove. In molti casi sono scappati dalla povertà, dalla fame. Lo hanno fatto con grandissima dignità e hanno esportato, nella loro valigia, la determinazione, la voglia di lavorare, la concretezza dolomitica. Oggi l’emigrazione è un fenomeno diverso, perché siamo diventati una provincia ricca, in cui lavoro e benessere non mancano. Non si scappa, ma qualcuno sceglie di provare un’esperienza all’estero in cerca di studio, stimoli, carriera. Chi esce dal Bellunese è cittadino del mondo e consapevole di esserlo, ma come dimostra questo premio, cittadino del mondo con il cuore tra le Dolomiti» ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin.
Anche Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ha preso la parola, ringraziando tutti i premiati, le Famiglie Bellunesi e gli ex emigranti presenti. «Questo premio è la dimostrazione di quanto i valori bellunesi siano vivi e rappresentati ovunque nel mondo. Ma oggi è anche l’occasione per ricordare alcune figure storiche dell’emigrazione bellunese che ci hanno lasciato recentemente, il cui ricordo resterà sempre con noi».
Enzo Guarnieri, presidente del Rotary Club Belluno, ha sottolineato l’importanza di dare spazio ai giovani. «I nostri ragazzi, con il loro coraggio e le loro esperienze all’estero, rappresentano un esempio per il Bellunese e un motivo di orgoglio, dimostrando che il legame con le proprie radici non si spezza mai, anche a distanza».
Durante la cerimonia è stata consegnata anche la borsa di studio “Famiglia Bellunese di Milano” a Sabrina De Pra, premiata per il suo impegno e il talento. A consegnarla sono stati Samanta Cornaviera e Daniele Dall’Ò, rispettivamente presidente e tesoriere della Famiglia Bellunese di Milano, insieme a Patrizia Burigo, vicepresidente dell’Abm.
Il sindaco di Seren del Grappa, Dario Scopel, ha ricordato l’importanza del premio per la comunità locale. «Seren del Grappa è una terra di emigrazione, e ospitare questo evento ci rende profondamente orgogliosi, perché qui celebriamo chi ha portato alto il nome del Bellunese nel mondo».
La premiazione è stata condotta dal giornalista Nicola Maccagnan, che ha accompagnato il pubblico in un viaggio tra storie di resilienza, sacrificio e successo.
I PREMIATI
Per il settore economico, imprenditoriale e professionale, il premio è stato assegnato a Ferdinando Samaria, imprenditore e ricercatore nel campo dell’intelligenza artificiale, docente a Cambridge in Finanza decentralizzata e Moneta digitale. «La cosa più importante da dire è che i soldi si guadagnano lavorando e non con la finanza» ha detto dal palco. «La tecnologia ci aiuta molto, ma stiamo attenti alle conseguenze sui giovani».
Per il settore istituzioni, arte e cultura il premio è andato a Paola De Martin e Michele Rech, in arte ZeroCalcare. De Martin, ricercatrice e docente di storia culturale, ha ringraziato chi ha permesso alle nuove generazioni di migranti di emergere. «Se la Svizzera è bella e pulita è grazie ai migranti italiani che l’hanno costruita e pulita. È grazie a loro se generazioni come la mia hanno potuto aprire le ali e volare». ZeroCalcare ha ricordato il legame con Seren del Grappa, dove la scuola media porta il nome del nonno Leonida Rech: «Noi siamo la somma degli individui che ci hanno preceduto. Mio nonno sarebbe contento di sapermi qua».
Nel settore sociale e solidaristico il premio è andato a Mariaelena Pierobon, professoressa in Virginia che studia metodi per il controllo del cancro. «Sono nata a Belluno e qui ho imparato la resilienza, che mi ha reso possibile l’adattamento in un Paese straniero» ha detto.
Un premio speciale “Barcelloni Corte – De Martin Modolado” è stato conferito a Gioachino Bratti, ex sindaco di Longarone noto per il ruolo nella ricostruzione post Vajont. Bratti ha ricordato il valore dell’umanità degli emigranti bellunesi: «Oltre alla capacità, hanno portato nel mondo un carico di umanità che ci rappresenta».
Infine, il premio alla memoria è stato assegnato a Claudio Colmanet, violinista e direttore d’orchestra scomparso un anno fa.