
Sta facendo molto discutere il Decreto Legge n. 36 del 28 marzo 2025, che introduce nuove e stringenti restrizioni alla trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza, in particolare per chi è nato all’estero da genitori italiani. Il provvedimento, che modifica la legge 5 febbraio 1992, n. 91, limita la cittadinanza automatica alla seconda generazione e impone di dimostrare “vincoli effettivi” con la Repubblica Italiana.
A prendere posizione è Ilaria Del Bianco, presidente dell’associazione Lucchesi nel Mondo – che rappresenta oltre 4.800 famiglie italiane in tutto il mondo – e presidente emerita di UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni degli Immigrati ed Emigrati).
“Il taglio apportato è forse eccessivo – dichiara Del Bianco – andando ad escludere una larghissima, enorme fetta di oriundi che si sentono davvero italiani. È certamente poco coerente invitare i nostri conterranei all’estero a tornare nella terra d’origine, per poi dire loro che non sono e non potranno essere italiani”.
Secondo Del Bianco, la misura è percepita come incoerente con le politiche del Ministero degli Esteri, che ha recentemente investito 20 milioni di euro del PNRR nel progetto “Turismo delle radici”, destinato proprio a rafforzare il legame tra gli italiani all’estero e il Paese d’origine.
Nel gennaio scorso, Ilaria Del Bianco aveva incontrato il senatore Roberto Menia (FdI), primo firmatario di una delle proposte di modifica della normativa sulla cittadinanza. “Il senatore si è mostrato attento e disponibile – sottolinea Del Bianco – comprendendo la necessità di un equilibrio tra i diritti storici delle nostre comunità e l’esigenza di evitare abusi”.
Le nuove restrizioni hanno generato forte preoccupazione, soprattutto tra le comunità italiane del Sud America, dove il legame con le radici è ancora molto vivo.
Per analizzare nel dettaglio le implicazioni del decreto, è stato convocato un direttivo straordinario dell’associazione Lucchesi nel Mondo per lunedì 7 aprile 2025, con l’obiettivo di discutere anche eventuali azioni da intraprendere, affinché la voce degli italiani all’estero venga ascoltata ai più alti livelli istituzionali.